06/09/2019
Tempo di lettura: 3 min
Perle, dolore e counseling: tre parole che possono costruire un bellissimo percorso.

Cosa c’entrano le perle con il dolore e il counseling? Apparentemente nulla. Eppure noiabbiamo notato delle connessioni fortissime e importanti che abbiamo voluto raccontarvi inquesto breve articolo.
Sapete come si forma una perla all’interno di un’ostrica?
Una perla si forma quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, si ferma all’interno del mollusco che attaccato, ricopre, per pura difesa, l’invasore con strati successivi di madreperla allo scopo di difendere i tessuti dell’animale dall’irritazione. Un’invasione, un dolore e una sofferenza danno vita a questi particolari oggetti preziosi.
Strano vero? Dalla sofferenza nasce qualcosa di stupendo e raro che molte donne poisfoggiano sotto forma di gioielli: collane, anelli, spille che impreziosiscono anche i tessutipiù umili.
Ma cosa c’entra tutto questo con il counseling? Riuscite a fare anche voi il nostro collegamento? Tutti noi prima o poi ci troviamo a fare i conti con la sofferenza, con qualcosa che non va per il verso giusto e ci feriamo, possiamo spezzarci, lacerarci, rialzarcio disperarci. Poi , per fortuna, spunta sempre il sole: prima o poi l’invasione nemica terminae siamo in grado di ripartire. Ma sappiamo trasformare tutto ciò in una perla preziosa come fa l’ostrica? Non sempre probabilmente. Certo il ricordo della sofferenza e della difficoltà rimangono proprio come tutti quei “sassolini” infilati in una collana: ma sono sassolini, pietre,e non perle per la maggior parte delle volte.
E’ possibile fare come fa l’ostrica? Per noi sì! Come? Lavorando su noi stessi, facendociaiutare da un corso di formazione o intraprendendo un percorso di counseling.
Per lavorare su se stessi è necessario prima di tutto ascoltarsi, poi perdonarsi e… lasciare andare. Le ferite e il dolore fanno male, ma ci facciamo molto più male se continuiamo a pensare a ciò che sarebbe potuto essere, a se e quanto abbiamo sbagliato e a concentrarci sul negativo. Dovremmo fare come l’ostrica e ricoprire ciò che ci ha ferito con cose belle, preziose ricordandoci che ogni cosa negativa porta con sé anche qualcosa di positivo. Ogni cambiamento, ogni “sorpresa” è fatica ma è al tempo stesso lezione e miglioramento. Iniziamo quindi a:
1 . non rimanere soli nel nostro dolore, 2. accettare il cambiamento, 3. cambiare solo ciòche possiamo cambiare, 4. prendere personalmente le decisioni
Non è facile, ne siamo consapevoli. Ecco perché, a volte e sulle ferite più lievi, può essere utile intraprendere un percorso di counseling. Il counselor ci può aiutare a guardare la situazione da altri punti di vista, a cogliere particolari che non vediamo ma che danno un significato completamente diverso a ciò che stiamo vivendo, ci sostiene nel prendere le decisioni senza imporre opinioni o consigli: fa un pezzo di strada insieme a noi prendendoci per mano e rimanendo al nostro fianco.
Se non siete ancora pronti a fare un percorso da soli (con voi stessi o con un professionista)potete iniziare con un percorso di gruppo: il confronto con altre storie vi aiuterà a comprendere meglio la vostra e a tramutarla in una bellissima perla.
Donne Fuori dall’Ordinario è un’iniziativa che mira a curare le proprie ferite, ma stiamopensando anche a qualcosa d’altro aperto a tutti! Scrivete a c.speggiorin@e-skill.it perulteriori informazioni
Condividi questo articolo!
155 visualizzazioni