07/05/2019

Tempo di lettura: 3 min

Lavoro agile, slash workers: tutto cambia, tutto si muove.

Il mercato del lavoro continua a cambiare e anche le aziende e i lavoratori si devono adattare. Uno dei primi risultati? Gli slash workers, un fenomeno destinato ad aumentare, quasi una necessità per chi vuole lavorare. Come ci stiamo preparando? E soprattutto, chi sono gli slash workers?

Molti i cambiamenti che riguardano il mercato e la tipologia di lavoro che ci aspettano.Cambiamenti che all’estero si trovano già in una fase di introduzione avanzata e che inItalia, come spesso succede, iniziano adesso a fare capolino.

Di quali cambiamenti stiamo parlando? In particolare ci riferiamo al lavoro agile o smart working: una realtà consolidata all’estero ma che in Italia stenta a decollare. Che cos’è lo smart working? La definizione istituzionale è la seguente: modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. Un lavoro agile appunto, più libero da vincoli, meno ancorato a controlli e più improntato al lavoro per obiettivi e alla responsabilità individuale. Certo non facile da introdurre in Italia dove il modello manageriale è basato ancora fortemente sulla presenza esu un concetto di quantità più che di qualità. Recenti ricerche infatti hanno dimostrato che per la maggior parte dei manager italiani è ancora difficile affidarsi allo smart working per i propri collaboratori: non poter vedere che cosa fanno rende il tutto un po’ ansiogeno.

Se però non siamo ancora così pronti allo smart working, il progresso e il cambiamento non si fermano e piano piano arrivano anche da noi. Ecco quindi che datori di lavoro e dipendenti stanno apprezzando i vantaggi del lavoro agile tanto da introdurlo, magari gradualmente, nelle organizzazioni.

Il lavoro agile comporta dei cambiamenti negli approcci lavorativi non solo da parte deimanager e dei datori di lavoro ma anche da parte dei dipendenti stessi che devonosviluppare diverse capacità di organizzazione e di gestione del tempo.

Ma tutto questo dinamismo influenza non solo mindset, organizzazioni e processi ma anchelo stesso mercato del lavoro e la tipologia del lavoratore tipo. Sempre più infatti il lavoratore si sta trasformando da dipendente a slash worker. Ma chi è esattamente questa nuova figura? Lo slash worker è una persona che ha fatto della flessibilità e dell’autonomia la propria cifra occupazionale. Nato sull’onda del lavoro freelance nel periodo 2011-2015, in Europa, è aumentato di oltre il 13% a fronte di una crescita generale degli occupati del 2%. E lo slash worker sta facendo capolino anche in Italia. Il ritratto di questa nuova tipologia di lavoratore in Italia è il seguente: altamente scolarizzato, molto spesso laureato (76,5%) e ha scelto questa strada in modo consapevole. Lo slash worker si caratterizza anche per la diversità dei lavori che svolge: social media manager per le aziende di giorno, istruttore di mindfulness la sera ad esempio. Gli hobby e gli interessi personali sono trasformati in lavori per arrotondare ed arrivare ad un’entrata dignitosa. Ma lo slash worker lavora così per necessità? Non sempre. Slash workers si diventa per cause di forza maggiore ma si “nasce” anche. Si nasce slash quando si sceglie di seguire la propria aspirazione alla libertà e al controllo del proprio lavoro in tutte le sue dimensioni, dalla professionalità alla qualità, dalla formazione al tempo che si vuole dedicare ad esso, dagli orari alla scelta dei luoghi. E infatti cambiano anche spazi e luoghi fisici. Ecco per esempio il proliferare di edifici (e attività e di conseguenza nuovi posti di lavoro) dedicati al co-working: spazi flessibili nelle dimensioni e nei costi per dare a tutti la possibilità di godere comunque, quando necessario, di uno spazio fisico ben delimitato.

Insomma…viva il dinamismo anche se questo può spaventare. Forse dovremmo pensare a creare una cultura in questa direzione, soprattutto per le prossime generazioni.

Condividi questo articolo!

133 visualizzazioni