07/08/2020

Tempo di lettura: 4 min

La vera bellezza, dopotutto, sta nella purezza del cuore

Una frase di Gandhi ci offre lo spunto per parlare di bellezza.

Della bellezza tutti ne parlano. In modo più o meno serio, in modo più o meno filosofico.

Possiamo dire che la bellezza fa bene a tutti.

Ammirare un tramonto, circondarsi di begli oggetti, abbandonarsi alla contemplazione di un’opera d’arte e della sua perfezione è oggettivamente un piacere per chiunque. Qualcosa di rigenerativo per lo spirito e per la mente.

Dostoevskij nel suo romanzo L’idiota, attraverso il principe Myskin, si chiedeva se la Bellezza avrebbe salvato il mondo. Secondo James Hillman, saggista junghiano, la bellezza ha davvero l’energia giusta per condurre l’uomo fuori dalla depressione esistenziale.

Secondo il prof. Stefano Zecchi “la Bellezza significa riconoscere il senso delle cose, l’identità delle nostre relazioni. Quando uno vede e capisce cos’è la storia di una città, lo capisce attraverso l’arte. Questo è il senso della Bellezza, una continua interrogazione sullafunzione delle cose.” E poi c’è la bellezza, quella più “estetica”, quella della persona e del suo aspetto fisico; un concetto forse un po’ imbarbarito dei nostri tempi che può portare a conseguenze più o meno serie in qualche persona. Ecco perché oggi abbiamo deciso di occuparci proprio di questo aspetto della bellezza.

Quanti messaggi di perfezione assoluta ci rimandano i social? Quanti corpi e visi perfetti vediamo nelle foto di Instagram per esempio? Tantissimi… e ci possono far scattare anche delle ansie e un senso di inadeguatezza più o meno profondo. Soprattutto in estate, quando si avvicina la cosiddetta “prova costume”, un’invenzione moderna che ci costringe ad inseguire la perfezione.

Eh sì, perché tutti i messaggi con i quali siamo bombardati, ci mostrano corpi e vite perfette. I social sono ormai uno strumento di relazione, una parte importante nella vita di tutti noi. Così utili nei momenti del recente lockdown, ma così potenzialmente falsi e pericolosi nella quotidianità.

La bellezza dell’imperfezione

Quante giovani donne e giovani uomini hanno paura di mostrare una propria foto, con delle imperfezioni? Moltissimi. Anche perché il leone da tastiera che esprime giudizi estremamente pesanti e che dà inizio al Body Shaming (ne abbiamo parlato anche qui) è dietro l’angolo. E non risparmia nessuno. Anche modelle e persone dello spettacolo bellissime. E’ il caso di Vanessa Incontrada, per esempio, che da anni viene ingiustamente colpita perché non è più la modella magra di un tempo ma ha mantenuto, dopo la gravidanza, qualche chilo in più che le ha donato una linea più morbida (se poi la vedete dal vivo è una donna magra. Si sa che video e foto regalano chili in più). La stessa Chiara Ferragni si batte frequentemente contro il concetto di perfezione: di recente ha dichiarato di avere la cellulite e che il fatto che non si veda nelle foto è solo questione di luce. E che dire di Aurora Ramazzotti che si è mostrata con i brufoli perché non le andava di dare un’immagine falsa di sé?

Ecco, partiamo da questo presupposto…i social mettono in contatto le persone, sono delle vetrine, ma come tutte le vetrine…vendono qualcosa. Quindi qualcosa di artefatto c’é, studiato e progettato ad hoc. E la bellezza non si vende, appartiene.

Ricordiamocelo tutti ogni volta che una foto, un messaggio ci fa sentire inadeguati: quella non è bellezza. Come dice Gandhi, la bellezza è nella purezza del cuore. E quella non si fotografa. Ma si può coltivare. Perché è importante sentirsi belle/i, ma non dobbiamo dimostrare il nostro valore mostrando il nostro corpo perfetto.

Sentirsi belli però ci fa sta bene, ci rende sicuri e adeguati.

Come possiamo fare? Ecco alcuni tips counseling-oriented.

1. Focalizziamoci sul mostrare e non dimostrare. Siamo belli non solo quando mostriamo un corpo perfetto, ma quando ridiamo di gusto, quando parliamo dei nostri progetti, quando siamo indipendenti, quando siamo coraggiosi.. Ognuno di noi è bello perché…siamo NOI! Nella nostra autenticità.

2. Coltiviamo il decluttering mediatico. Eliminiamo tutti i profili di persone artefatte e scegliamo solo quelli più autentici che sanno mostrare anche le loro debolezze, che sanno ridere di se stessi

3. Abbandoniamo giudizio e confronto. Quando arriva un giudizio, lasciamolo anche andare. Evitiamo etichette. Smettiamo di fare confronti con chi ha il naso all’insù o due metri di gambe. E allora? Le mie gambe sono solo di un metro? Ottimo! Va bene così

4. Curiamo l’aspetto fisico. Non è questione di vanità, ma di decoro. Stare bene e piacersi, fa bene. E impariamo a valorizzare i nostri punti di forza. Abbiamo begli occhi? Enfatizziamoli con il make-up o con un colorito sano e un po’ abbronzato che li metta in luce.

5. Impariamo ad apprezzare e a dichiarare la nostra autenticità! Fatti così come noi non c’è nessun altro. Vorrà pure dire qualcosa no?

6. Enfatizziamo i nostri difetti fisici. Portarli all’eccesso, sdramatizzarli con il giusto look e con buon gusto alla fine (sembra strano ma è così) non li fa nemmeno notare.

E ricordatevi! Tutto ciò che di veramente bello è in voi vi appartiene: non è cedibile, non è ottenibile con un intervento estetico, non è paragonabile con nessun altro.

Siete voi. E siete BELLI!!

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