Empatia: sapreste definirla senza usare la classica espressione “mettersi nei panni dell’altro”?
Iniziamo proprio da qui: dalla confusione sulla definizione di empatia. “Mettersi nei panni dell’altro” o “Capire il mondo di una persona” sono definizioni semplicistiche oltre che abusate. E in più spiegano poco, diciamolo. Perché che cosa significano nella pratica? Quasi nulla. E questa confusione permane anche quando si parla di empatia nel counseling.
Le attuali definizioni di empatia nella letteratura sul counseling non sempre esprimono appieno la completezza e la ricchezza del processo. Inoltre, quando si discute di empatia, spesso ci si concentra sul punto di vista del cliente e raramente si menziona l’esperienza interna del consulente in questa interazione.
Per un counselor, l’empatia è una delle capacità, o degli atteggiamenti se preferite, da sviluppare fin dai primi giorni della sua formazione. Ed è un percorso che continua all’infinito.
La definizione di Empatia
In E-Skill partiamo dalla definizione classica, quella di Carl Rogers, uno degli autori di riferimento nel nostro orientamento. L’empatia, secondo Rogers, è la capacità di utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale e non verbale per identificare parzialmente il mondo soggettivo del cliente nel contesto di un’accettazione autentica e non giudicante.
Complesso. Come posso identificare il mondo soggettivo del cliente sospendendo il mio giudizio? Soprattutto quando si parte dall’assioma che tutto è comunicazione e che io comunico sempre…anche nel silenzio?
Quando sono in relazione con l’altro, io comunico e nella comunicazione è inevitabile che traspaia qualcosa di me, delle mie idee, delle mie opinioni…dei miei giudizi.
Quindi come è possibile dimostrare empatia in una relazione? E come esercitarla professionalmente in una relazione di counseling?
A queste domande rispondiamo quotidianamente durante i tre anni di percorso per diventare counselor targati E-Skill.
Ogni lezione, ogni esercitazione, ogni feedback mirano a sviluppare le capacità dei nostri studenti per promuovere connessioni emotive con se stessi e con il cliente.
Sì, perché in E-Skill miriamo a formare professionisti seri e preparati che siano in grado di esercitare l’empatia come parte integrante di una relazione.
Ecco perché nella nostra esperienza sviluppiamo un modello di counseling che tenga conto sia dell’esperienza emotiva del cliente ma anche di quella del counselor andando a sviluppare modalità empatiche soggettive, oggettive e interpersonali.
Empatia soggettiva
L’empatia soggettiva consente al counselor di vivere momentaneamente cosa significhi essere un cliente. Identificarsi con le gioie e i dolori di un’altra persona, anche quando le esperienze sono culturalmente diverse, genera un legame percettibile che si trova nell’empatia. Il counselor deve sviluppare una capacità di immaginazione per scatenare immagini mentali e reazioni emotive durante l’ascolto di narrazioni evocative di un cliente. E’ importante però avere la piena consapevolezza di quali sono i propri pregiudizi, gli stereotipi, i propri valori e come questi possano influire anche nella capacità di immaginazione. Se il counselor proietta inconsapevolmente un suo vissuto o un suo valore alla situazione del cliente inevitabilmente leggerà la stessa situazione in base alle “sue lenti” e non a quelle del cliente, compromettendo l’empatia stessa: non sarà in grado di mettersi nei famosi panni del cliente, ma continuerà a vivere i propri. Il percorso di consapevolezza di sé in E-Skill inizia fin dal primo giorno grazie a momenti laboratoriali mai invadenti ed invasivi ma che lasciano il seme della riflessione e dell’autovalutazione nel rispetto dei tempi di ogni studente.
Empatia oggettiva
Con l’empatia oggettiva, l’uso empatico del proprio io da parte di un counselor diventa maggiormente concentrato sulla conoscenza della teorica e sulle esperienze di counseling accumulate, che sono fondamentalmente diverse dalla qualità esperienziale dell’empatia soggettiva. E’ il momento di attingere alle teorie e agli studi tipici del proprio orientamento di counseling. In E-Skill si dà molta valenza a questa parte con una verifica costante sulla parte più accademica del percorso. Ci spieghiamo meglio: è importante, per sviluppare empatia (anche se potrebbe sembrare strano e paradossale) conoscere che cosa dicono gli studi teorici riguardo le reazioni o il funzionamento dell’Umano in una particolare situazione. Facciamo un esempio: se il cliente è un adolescente alle prese con delle problematiche scolastiche è importante avere una base teorica sulle difficoltà di apprendimento oppure sulle modalità di relazione degli adolescenti, o ancora sullo sviluppo del cervello dell’adolescente. Combinare modi di conoscenza esperienziali e razionali genera relazioni più inclusive e più ricche e una prestazione professionale più efficace.
Empatia Interpersonale
Le modalità soggettive e oggettive sono fondamentali per comprendere empaticamente un cliente, ma un buon counselor esercita anche la modalità interpersonale. Una posizione interpersonale enfatizza un senso di comprensione dell’esperienza fenomenologica di un cliente e la formulazione ed esecuzione di una vasta gamma di abilità di counseling. Passando a una postura di empatia interpersonale, un counselor diventa consapevole delle percezioni di un cliente che emergono dalle prospettive di empatia soggettiva e oggettiva che informano e plasmano il cambiamento.
Dalla prospettiva interpersonale, un counselor accede a un insieme di abilità relazionali quali la riflessione dei sentimenti, la riflessione del significato, l’incoraggiamento, l’immediatezza, le domande, il silenzio, l’auto-rivelazione, al ristrutturazione delle convinzioni, l’apertura ad altri punti di vista, la riformulazione, il come se… E’ il momento in cui si applicano le tecniche e gli strumenti. Il secondo anno della scuola di counseling di E-Skill si concentra tutto proprio sulle tecniche che vengono adattate, applicate e spiegate per sviluppare empatia nella relazione con il cliente.
A questo punto si può comprendere perché diventare Counselor è un viaggio, è un percorso prima di tutto personale e come questo possa diventare non solo una professione per cambiare le vite degli altri ma anche per cambiare se stessi.
Sempre con empatia.