18/11/2018

Tempo di lettura: 4 min

L’asino di Buridano e l’incapacita’ di scegliere.

La conoscete la vicenda dell’asino di Buridano? Storia curiosa e paradossale che ben si sposa con il counseling. Come e perche’?

L’apologo narra che un giorno un asino si trovo’ di fronte a due covoni di fieno. Erano due covoni uguali ed equidistanti dall’asino che, non sapendo scegliere (“mangio quello di destra o quello di sinistra?”) alla fine si fece morire di fame per l’indecisione. Paradossale vero? Buridano, il filosofo a cui viene probabilmente in modo errato attribuito il racconto (in realtà c’e’ chi lo attribuisce addirittura ad Aristotele), sostiene che l’intelletto e’ sempre in grado di indicare all’uomo “quale sia la scelta giusta tra le varie diverse alternative tanto che se, per assurdo, la scelta fosse costituita da due elementi identici, la volontà si paralizzerebbe a meno che non si scegliesse di non scegliere.” E infatti molte volte di fronte al dubbio ci si paralizza. Vi e’ mai capitato di essere di fronte ad una scelta data da 2 opzioni e di non sapere come fare per uscirne? Esattamente come l’asino che alla fine non sceglie nessun covone, anche noi a volte possiamo non decidere. E se a volte la non decisione e’ la cosa più giusta da fare, altre volte potrebbe essere contro producente. Scegliere significa infatti innescare degli atteggiamenti e dei comportamenti diversi che portano ad un cambiamento. Ma come abbiamo già detto altre volte, cambiare e’ difficile, faticoso e può anche spaventare. Ci sono, e ci saranno, molti clienti nelle sessioni di counseling che si comporteranno come l’asino di Buridano. Sono i clienti, che Stefano Masci, autore di testi sul counseling, chiama “i clienti non lo so”. “Cosa vuoi fare?” “ Non lo so!”, è la risposta più ricorrente. “Tra queste due opzioni, per quale propendi?” Ancora “non lo so” (e lo sguardo ti dice: “ma se lo sapevo, venivo da te?”). Il cliente, che si comporta come l’asino di Buridano, vuole dal counselor la risposta corretta alle sue domande…e’ in cerca di una soluzione che lui sembra non avere. Ma che tipologia di clienti sono questi? Sicuramente i clienti che usano molto la razionalità, abituati ad analizzare ogni aspetto, vantaggio e svantaggio delle situazioni o delle opzioni che a loro si presentano…Le classiche persone a cui tutti si rivolgono perché hanno sempre la risposta pronta, quella ponderata che ha preso in esame tutti i pro e i contro. Peccato però che a volte la razionalità sia un freno, faccia nascere proprio quel dubbio che si cerca di fugare facendo ricorso a elementi oggettivi e indiscutibili. Quale covone scegliere? Quello di destra o quello di sinistra? Qual è il migliore? Ci viene in mente Dario (il nome è ovviamente di fantasia) che non sapeva decidere tra il mantenere l’attuale lavoro oppure accettare una proposta da un amico che avrebbe comportato un grosso avanzamento di carriera. Tutte e due le opportunità erano interessanti…ma quale scegliere? Ognuna portava grossi vantaggi, indiscutibilmente. Oppure ci ricordiamo di Alessandra che non sapeva scegliere tra due uomini gentili, innamorati che la ricoprivano di attenzioni: tutti e due incarnavano il perfetto “buon partito”. Che fare? Ma soprattutto…come gestire e aiutare un cliente di questo tipo? Il cliente iper-razionale è onestamente faticoso: ha le risposte a tutte le domande (tranne a quella più importante), ad ogni domanda che il counselor pone è abituato a farsene subito un’altra e, preso dal desiderio di compiacere il counselor, si arrovella su continui “perché mi chiede questo?” …”che cosa risponderebbe una persona intelligente e posata?” e così via ..a scapito del vero ascolto di se stesso. Stefano Masci propone la sedia vuota gestaltica: fate sedere il cliente su una sedia e poi su un’altra e fate notare i cambiamenti. Le due sedie presentano due polarità. Per esempio una gli aspetti razionali, i vantaggi e gli svantaggi e l’altra invece gli aspetti più creativi e fantasiosi, invitando il cliente a “smontare pezzo per pezzo” tutte le argomentazioni esposte dalla prima sedia. Gli strumenti che si possono avere a disposizione sono comunque molteplici. Lasciate anche voi counselor spazio alla vostra fantasia. L’obiettivo è, l’avrete capito, una rottura di schema, spingere il cliente a ragionare in modo meno razionale…aprire possibilità e diversi punti di vista. Noi per esempio usiamo il Coaching Game, immagini, parole e suggestioni che danno veri e propri insight. Curiosi? I nostri counselor ottengono la certificazione il terzo anno, gli altri possono frequentare il nostro Train the Trainer o il Practitioner. Chiamateci per informazioni…non fate come l’asino di Buridano anche voi!

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