23/10/2019
Tempo di lettura: 3 min
Il tirocinio di counseling di Annamaria: un’esperienza in una RSA

Oggi vi vogliamo raccontare, attraverso un’intervista, l’esperienza di tirocinio di AnnamariaNapoli, una nostra studentessa arrivata al terzo anno di studio e prossima al suo diploma di Counselor.
Il tirocinio, ancora oggi, è la parte piùdelicata e difficile per uno studente dicounseling.
E-Skill supporta i propri allievi in tutte le fasi ed oggi vi vogliamo raccontare ciò che ha fatto una nostra studentessa. In unambiente particolare e difficile come una RSA, Annamaria ha saputo portare leggerezza, supporto, empatia e aiuto. Halavorato infatti non con il personale, ma direttamente con le anziane ospiti ottenendo risultati sorprendenti. Si è dovuta quindi letteralmente inventare un progetto che ha integrato creatività, counseling, laboratori e mindfulness. Leggiamo che cosa ci ha raccontato.
Domanda (D): Annamaria, tu hai deciso di fare un tirocinio all’interno di una RSA: ci racconti come ti è venuta l’idea e che cosa ti ha spinto a sperimentarti in questo ambito?
Risposta (R): In questa società dove c’è poca attenzione verso gli anziani, ho pensato invece che ognuno di loro potesse avere delle risorse da mettere in atto, nonostante la disabilità fisica e psicologica. Una sfida per me per farli sorridere ed accendere quei loro occhi spenti.
D: In che cosa è consistito esattamente il tuo tirocinio?
Ho suddiviso il progetto in diversi passaggi: spazio di ascolto e di mindfulness, laboratorio di decoupage a Pasqua, laboratorio di moda con ritagli di immagini d’epoca, condivisione dei loro ricordi, recupero di foto e materiale degli anni ’50-‘60’-70’-80’, sfilata di moda delle ospiti RSA con tanto di trucco e parrucco! Il counseling è stato inserito anche tra un’attività e l’altra e durante i laboratori pratici in modo meno formale e con un setting diverso dallo standard.
D: Qual è la maggiore difficoltà che hai incontrato?
R: Beh in verità ce ne sono state parecchie data l’utenza così anziana. Direi che la maggior difficoltà sia stata quella di convincerle a sfilare senza vergogna, imbarazzo, paura, giudizio, superando le loro barriere fisiche e gli stereotipi.
D: Che cosa hai imparato da questa esperienza che ritieni utile per un counselor?
R: Ho imparato che non ci sono ostacoli di età per un counselor, che si può essere utili anche a persone di 90 anni con il loro bisogno di essere ascoltati dignitosamente, senza giudizi, con tanto amore ed accoglienza. Nei loro occhi sparisce la solitudine e quel senso di abbandono perché si sentono importanti per il professionista che li ascolta e dedica unospazio tutto loro, diverso da quello proposto dagli educatori.
D: Consiglieresti un tirocinio in una RSA ad un tuo collega e perché?
R: Sì,Io consiglierei perché, anche tu come counselor, devi attivare tutta una serie di risorse inusuali e metterti in prima linea per trovare il modello di colloquio o progetto, adatto all’utenza che ti trovi di fronte in quel momento. E’ porsi un obiettivo su persone che per la maggior parte pensano di non valere e contare più per nessuno, che ogni giorno si alzano sperando di morire ed invece le vedi trasformarsi ad ogni incontro, rifiorire. Per me è una sensazione ed una soddisfazione bellissima dare speranza e gioia agli anziani.
Condividi questo articolo!
188 visualizzazioni