13/10/2022
Tempo di lettura: 3 min
Il desiderio, scintilla di vita

Tornano le nostre interviste agli studenti. Oggi è il turno di Fabio Rimoldi che ha discusso un interessante e quanto mai profondo tema nella sua tesi.
Fabio è un educatore professionista, lavora con i bambini che hanno subito maltrattamenti e violenze. E’ un giovane di una dolcezza e profondità infinite che maschera dietro un aspetto professionale e serio; è profondo e sensibile. Conversare con Fabio è arricchente: apre un mondo completamente nuovo davanti ai tuoi occhi…ti incanta.
Grazie a Fabio per questo incantesimo e grazie anche per l’argomento che ha affrontato, in modo profondo come solo lui sa fare, nella sua tesi di counseling: il desiderio. Ma facciamo parlare Fabio.
D. Fabio, la tua tesi, citando le tue stesse parole, tratta del desiderio e di come esso possa trasformarsi in scintilla di vita. Ci racconti come mai hai scelto questo tema?
D. Durante il tuo tirocinio hai incontrato persone che non manifestavano un grande desiderio o una volontà al cambiamento. Come hai affrontato tutto questo e quali sono le difficoltà che hai incontrato?
R. Sintonizzazione e ascolto sono la chiave. Aspettare che il cliente si sveli, non anticipare i tempi. Comprendere il suo mondo, garantire connessione. Bisogna saper accettare che alcuni clienti si sono costruiti mondi che non ammettono possibilità, dove il sentiero è già tracciato. Clienti che non hanno mai una risposta alla domanda “perché si, perché è possibile”, ma al contrario possono fornire molteplici spiegazioni al “perché no, perché non è possibile”. E’ un percorso che può risultare molto frustrante, che fa sentire a tratti impotenti. La difficoltà più grande riguarda il riuscire a differenziare i clienti che portano un disagio di tipo esistenziale, ma all’interno di una personalità armonica, dai clienti che manifestano lo stesso disagio ma all’interno di un quadro non armonico. Per questi ultimi il counseling non risulta essere il percorso più indicato.
D. Se dovessi concludere con una frase sul tuo percorso di counseling e i risultatiottenuti finora che cosa diresti?
R. Crescere. Svilupparsi, rivelarsi, comprendere quali sono le proprie potenzialità e anche i propri limiti, è un po’ questo il senso che do al gioco della vita. E il percorso di counseling èstato anche questo. Noi facciamo da specchio ai clienti, ma non prendiamoci in giro: ancheloro lo fanno a noi. Si cresce in due, si cresce assieme
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