05/04/2020
Tempo di lettura: 3 min
Dal dolore può nascere una perla.

Riproponiamo una parte di un vecchio post in cui parlavamo di dolore e di perle. Ci sembraquanto mai attuale fare una riflessione sul dolore che tutto il nostro Paese sta provando in questi giorni.
Dolore. Difficile parlarne. Quello fisico può portare ad una più rapida manifestazione attraverso il lamento inteso non come il “lagnarsi”, ma proprio come l’esternazione di ciò che si sta provando. Può essere un grido di dolore se ciò che colpisce il corpo è un colpo improvviso o può essere una dichiarazione esatta di tutte le sensazioni che si avvertono se si tratta di qualcosa di persistente. Il dolore può essere muto, sordo, latente, intenso, acuto… Quando ci si reca dal medico o in pronto soccorso viene effettuata una misurazionedel dolore: la famosa domanda “su una scala da 1 a 10 come definirebbe il dolore che prova?” Capire esattamente cosa e quanto fa male è importante per fare una corretta diagnosi e prescrivere una terapia. Sì, perché il dolore è un meccanismo di difesa del nostro corpo…una reazione a ciò che sta succedendo nell’organismo.
E poi c’è il dolore psicologico: già quello fisico può portare ad ansia, depressione,frustrazione e disturbi dell’umore…solo per citare alcuni effetti. Ma esiste anche il doloreemotivo, la sofferenza che ci deriva da una perdita, una separazione, un rifiuto o uninganno.
E di questi tempi tutti noi abbiamo provato del dolore: fisico od emotivo.
Un virus arrivato all’improvviso e in modo inaspettato ha cambiato, più o menoradicalmente, la nostra vita: nuove abitudini, tutto ciò che sembrava naturale e scontato ci èstato tolto e abbiamo maturato anche altrettante naturali resistenze.
Più di qualcuno ha citato il Cigno Nero, dal saggio di Nassim Nicholas Taleb: l’eventonegativo, considerato magari improbabile, ma che rivoluziona la vita e interi sistemi.
Anche noi vogliamo rimanere nel regno animale, ma invece di parlare di cigni neri ebianchi, parliamo di ostriche.
Sì, riprendendo un vecchio post, ci sembra che l’ostrica e ciò che produce sia un esempio calzante per il periodo che stiamo vivendo. Nel momento in cui scriviamo, i dati negativi dei contagi e dei decessi sono in calo e questo apre ad una prudente speranza. Rimane il dolore. Ma…
Sapete come si forma una perla all’interno di un’ostrica?
Una perla si forma quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, si ferma all’interno del mollusco che attaccato, ricopre, per pura difesa, l’invasore con strati successivi di madreperla allo scopo di difendere i tessuti dell’animale dall’irritazione. Un’invasione, un dolore e una sofferenza danno vita a questi particolari oggetti preziosi.
Strano vero? Dalla sofferenza nasce qualcosa di stupendo e raro che molte donne poisfoggiano sotto forma di gioielli: collane, anelli, spille che impreziosiscono anche i tessutipiù umili.
Il nostro corpo estraneo è stato il Coronavirus che ci ha attaccato. E abbiamo reagito, primanegando, poi fermandoci. E dopo la sofferenza, il dolore, dobbiamo rialzarci e trasformali in perle preziose. Ci vorrà del tempo (una perla si forma in media in quattro anni), ma è possibile farlo. Come?
Lavorando su se stessi e mantenendo la memoria.
Per lavorare su se stessi è necessario prima di tutto ascoltarsi, poi perdonarsi e… lasciare andare. Le ferite e il dolore fanno male, ma ci facciamo molto più male se continuiamo a pensare a ciò che sarebbe potuto essere, a se e quanto abbiamo sbagliato e a concentrarci sul negativo. Dovremmo fare come l’ostrica e ricoprire ciò che ci ha ferito con cose belle, preziose ricordandoci che ogni cosa negativa porta con sé anche qualcosa di positivo. Ogni cambiamento, ogni “sorpresa” è fatica ma è al tempo stesso lezione e miglioramento. Iniziamo quindi a:
1 . non rimanere soli nel nostro dolore, esterniamolo,
2. accettare il cambiamento,
3. cambiare solo ciò che possiamo cambiare,
4. prendere personalmente le decisioni
Coltiviamo la memoria: alleniamola, ricordiamoci di questo periodo e di tutti i buoni propositiche abbiamo sussurato: “prometto che quando tutto questo sarà finito, farò…”; “mi ricorderòquanto mi è mancato uscire…”; “ho capito l’importanza del contatto umano…” ecc, ecc.
Facciamo che tutti questi “prometto, mi ricorderò, ho capito” non cadano nel dimenticatoio ediventino delle perle preziose. Non importa quanto tempo ci metteremo, importa cosa nefacciamo del tempo.
Perché abbiamo imparato anche il valore del tempo…vero?
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