10/06/2019

Tempo di lettura: 4 min

Arriva la felicità al lavoro…e anche il suo manager.

Che bello se al lavoro potessimo essere tutti felici! Beh non è impossibile. Nel mese di giugno che abbiamo deciso di dedicare allo stare bene, parliamo di una nuova figura manageriale: il CHO, Chief Happy Officer, già presente nelle organizzazioni americane e che sta arrivando anche da noi.

 

Gli Americani si sa sono sempre un passo avanti a noi; li critichiamo, ci sembrano esagerati, ma prima o poi molte volte loro strategie penetrano anche da noi…e quando ci riescono ci sembrano le cose più naturali del mondo! Il CHO potrebbe sembrare appunto questo: un’americanata che ci fa storcere il naso ma che noi di E-Skill pensiamo invece sia un fenomeno che prenderà piede anche da noi e…con successo! Magari ne cambieremo il nome: siamo troppo tradizionalisti e poco sfidanti per chiamare o assumere un manager con il termine Felicità dentro…ma la sua funziona prima o poi sarà importante anche da noi.Credeteci!

Chi è il CHO? Il manager della felicità! Fino a qualche anno fa sembrava strano parlare di benessere ed emozioni sul posto di lavoro, oggi invece non si fa altro. Ecco allora che serve anche una figura preparata, seria e professionale in grado di introdurre e gestire in azienda misure congrue e utili per garantire il benessere dei lavoratori.

L’obiettivo del CHO è infatti trasformare il posto di lavoro in un luogo felice, dove le personesi sentono sempre a proprio agio, apprezzate, comprese, valorizzate, motivate. In Italia si potrebbe chiamare (e già si chiama) Talent Manager? Welfare Manager? Chissà perchè conun’etichetta diversa la funzione assume un significato e una dimensione differente…quasi più seria. Ma la felicità è una cosa seria, soprattutto di questi tempi dove anche in azienda le dinamiche tra colleghi devono essere serene per condurre a una produttiva collaborazione. Per un’azienda, avere collaboratori felici significa trattenere i propri talenti, creare senso di appartenenza che aumenta lo spirito di collaborazione, l’efficacia e renderli più coinvolti nella missione aziendale, e l’orgoglio di far parte proprio di quell’azienda.

Il CHO è colui che amministra lo stipendio emotivo e lo troviamo all’interno della divisioneRisorse Umane.

La Hppy, una community statunitense del settore Risorse Umane ha redatto una breveguida per diventare un CHO eccellente. Vediamo i 7 passi identificati da Hppy:

1. Dare importanza ad ogni persona trattandola con gentilezza

Suona come un’ovvietà, ma trattare le persone con gentilezza e comprensione trattiene i talenti. Quante persone se ne vanno da un’azienda perchè ritengono che i rapporti umani non siano soddisfacenti? Sembra il 44% a livello mondiale. Dare e ottenere rispetto indipendentemente dal livello di inquadramento è la prima cosa che una risorsa cerca oggi.Si può essere il leader visionario per eccellenza, un grande manager ma se i rapporti con lepersone sono all’insegna dell’offesa e dello svilimento…beh a lungo andare l’azienda ne risentirà.

2.    Assicurare le “basi”

Secondo i principi di Maslow l’azienda deve prima soddisfare i bisogni primari dellavoratore e poi pensare al resto: stipendi adeguati al valore di mercato, sicurezza econtratti di lavoro regolari

3.   Dare voce ai dipendenti

Dire “ti ascolto” ad una persona, apre tutte le porte. Anzi, tenere aperta (metaforicamente) laporta del proprio ufficio e saper dedicare uno spazio ad ogni risorsa è una competenza e attività basilare del CHO. Trasmettere fiducia e interesse: ascolto le tue idee, mi interessanoanche se poi non sono praticabili, è il messaggio più importante che un lavoratore gradiscericevere.

4.    Far conoscere i valori aziendali e rispettarli

Ogni azienda poggia su valori fondanti: è bene che i dipendenti li conoscano e li apprezzino. Dichiarare la propria mission e ciò in cui si crede non è una semplice attività divulgativa ma un mattoncino importante per la condivisione e la collaborazione. Il dipendente, come tutti noi del resto, per i valori in cui crede è disposto a combattere le più ardue battaglie.

5.    Offrire libertà

Libertà di gestire il proprio tempo, l’autonomia decisionale, le forme di conciliazione tempilavoro/famiglia

6.    Supportare la crescita personale

Il CHO crea piani di carriera e di sviluppo grazie alla conoscenza dei punti di forza, deltalento da sviluppare, delle possibilità inespresse

7.   Incoraggiare un lavoro di squadra efficace

C’è poco da dire: dove c’è squadra, c’è affiatamento, spirito di sacrificio, aiuto ecollaborazione.

Il CHO è una figura che dimostra sempre più di avere conoscenze e competenze legate al coaching e al counseling. Con il primo si punta al raggiungimento degli obiettivi e al miglioramento della performance, con il secondo si coltiva il benessere della persona: per un’azienda human centred.

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