12/03/2019
Tempo di lettura: 3 min
Sono cattiva e me ne vanto, ovvero il bullismo al femminile.

Le donne mettono il proprio stile anche nelle persecuzioni: niente ceffoni, spinte o calci. Decisamente out e poco eleganti. Il bullismo femminile è qualcosa di più sottile, tagliente, anche a livello psicologico e per questo molto pericoloso.
Alle parole bullo e bullismo, la maggior parte di noi è portata a pensare a dei maschi. I bulli sono notoriamente maschi mentre le femmine sono, nell’immaginario collettivo, composte, educate, carine… E’ proprio il caso di dirlo: siamo di fronte ad una discriminazione di genere che colpisce, questa volta, i maschi.
Le ragazze possono, e molte volte lo sono, essere protagoniste di atti di bullismo contro altre ragazze. Il bullismo femminile è generalmente diverso da quello maschile: meno “fisico”, ma più tagliente e altrettanto pericoloso. Si basa soprattutto sulle parole, su giochi escherzi denigratori velati ma spesso non percepiti in tempo da chi li subisce e per questo particolarmente terribile.
Quali sono le sue caratteristiche?
– E’ sottile, non mira a far male fisicamente, ma ad emarginare la persona che è stata presadi mira.
– È premeditato. Le bulle architettano veri piani per colpire il bersaglio nei punti piùprofondi, quelli dove la violenza fisica non può arrivare.
– È una violenza morale. Come si diceva prima non si ricerca la violenza fisica, ma quellaverbale.
Come si manifesta? Largo spazio a pettegolezzi, parole sussurrate quando compare la vittima, risatine, sorrisetti e smorfie, scherzi alle spalle e tutto ciò che comporta un pubblico ma sottile ludibrio. Quando la vittima compare, ci si raduna nel gruppo, le si lanciano occhiate, ogni tanto si dice a voce alta qualcosa che riguarda la vittima, magari una confidenza perché no… vale tutto ciò che può portare la vittima alla vergogna e all’esclusione.
La bulla è generalmente una ragazza ritenuta dai più intelligente e brillante, forse con qualche atteggiamento fuori dalle righe che le permette però di attirare l’attenzione su di lei.E’ una leader, una capobranco che detta legge e regole su abbigliamento e comportamentialle quali tutte si devono assoggettare. E’ lei che decide chi sta dentro e chi sta fuori e…come far fuori. E’ una persona definita forte che il resto del gruppo teme e che per questo fatica a non omologarsi. Il senso di appartenenza, fare parte della “elite che conta” èuna cosa estremamente importante per le ragazze: il bullismo femminile appartiene ad un ambiente estremamente affascinante e fascinoso, modaiolo e trendy.
Un bullismo, quello femminile, indiretto e relazionale che mina l’autostima della vittima e incui l’aggressività è data dalla lingua piuttosto che dalla mano.
Impariamo ad osservare i comportamenti delle nostre figlie e delle ragazze. Quello che pensiamo essere un carattere assertivo è veramente così o è prepotenza? La vis oratoria di cui magari farne un vanto è usata con consapevolezza? Non pensiamo che possa capitare solo agli altri: il bullismo femminile può rendere protagoniste anche le ragazze più insospettabili.
E nella nostra osservazione, preoccupiamoci anche delle vittime del bullismo femminile: vanno a scuola volentieri? Hanno amiche sincere sulle quali fare affidamento? Soffrono di disturbi alimentari o disturbi del sonno? Hanno frequenti crisi di pianto e una crescente insicurezza? Tendono a chiudersi in se stesse? Tutti questi potrebbero essere segnali non diun’adolescenza galoppante ma di un bullismo feroce. Apriamo il dialogo, oltre agli occhi.
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