02/07/2018

Tempo di lettura: 3 min

Rubrica Un libro al mese. Luglio: Sei cappelli per pensare di E. de Bono

In un recente post abbiamo parlato di creatività. Oggi vi presentiamo un libro di uno dei più quotati studiosi di creatività: Edward de Bono.

Molti anni fa quasi tutti, uomini e donne, indossavano un cappello. Oggi, se escludiamo la Regina Elisabetta e i suoi sudditi più nobili che si divertono ancora ad accompagnare gli eventi mondani con questo accessorio, si indossa il cappello per identificare un ruolo, una divisa. Il militare, il vigile, il poliziotto… Anche in senso metaforico, indossare un cappello significa assegnarsi un ruolo: oggi indosso prima il cappello del manager, poi dell’amico e infine del padre di famiglia. Mettersi un cappello in testa quindi è un processo intenzionale. Parte da qui il libro di Edward de Bono, uno dei massimi divulgatori ancora viventi di tecniche per sviluppare la creatività. Creatore di vari strumenti, de Bono ha collaborato con moltissime multinazionali nel mondo per portare la creatività in azienda.

Sei cappelli per pensare, pubblicato per la prima volta nel 1981, presenta una delletecniche proposte da de Bono che potete adottare durante le vostre riunioni per sviluppareidee e, soprattutto, per analizzare i problemi da diversi punti di vista.

de Bono parte da un presupposto: quando approcciamo un problema, magari in una riunione, tendiamo a parlare a ruota libera: ognuno di noi esprime il proprio punto di vista portando avanti le proprie idee che partono da un approccio personale. Il critico per esempio sarà portato a rilevare tutti gli aspetti negativi o le cose che non vanno nel progetto/problema oggetto dell’analisi; l’ottimista viceversa tenderà a evidenziare tutti gli aspetti positivi e vincenti e così via. Così facendo però senza uno schema o un metodo, paradossalmente diminuisce l’ascolto, si perdono dei dati e si scartano delle idee che magari potrebbero essere vincenti.

Ecco quindi che de Bono ci invita a indossare dei cappelli per analizzare ilproblema/situazione. Ogni volta che indosserò quel particolare cappello, il problema dovrà essere analizzato solo ed esclusivamente da quel punto di vista.

Ma quali e quanti sono i cappelli per pensare?

Sono 6, ognuno di diverso colore. Vediamoli velocemente insieme.

Il cappello BIANCO. Il bianco è un colore neutro, un non colore. Indossare questo cappellosignifica pensare per fatti, dati, informazioni oggettive

Il cappello NERO. Il nero è un colore cupo, legato al pessimismo. Questo cappello cispinge a rilevare tutto ciò che può andare storto, tutto ciò che non va.

Il cappello ROSSO, ossia il cappello della passione, delle emozioni. Indossandolo,analizzeremo il problema da un punto di vista emotivo.

Il cappello GIALLO invece è il cappello della positività e indossandolo andremo a rilevaretutti gli aspetti positivi e vincenti del problema.

Il cappello VERDE individua invece la creatività e il nascere di nuove idee. Indossiamoloquando arriva il momento di fare proposte.

Infine il cappello BLU, connesso al controllo e all’organizzazione del pensiero. Indossarlosignifica supervisionare il processo, raccogliere tutti i dati emersi e organizzare con ordinela riunione. Il cappello blu quindi monitora, aggiorna, supervisiona, raccoglie e guida.

Per ogni cappello, de Bono analizza comportamenti, individua domande e le soluzioni.

Il libro si legge molto velocemente: scritto in modo semplice e scorrevole offre tutti glistrumenti per iniziare a maturare un approccio diverso ai problemi.

Una volta letto, non vi resta che provare a organizzare una riunione con questo metodo.Vedrete i risultati: aumenteranno l’ascolto, le idee e le soluzioni!

Se invece non avete tempo o volete esercitarvi fin da subito, potete chiamarci.Organizzeremo subito una dimostrazione o un corso per voi!

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